Good morning Fedi Friends!
📦 It’s a (virtual) moving day for me 🚚
I’m moving to a new #Friendica instance and thus trying out #Fediverse account migration for the first time. I’ll keep you posted on how it goes 🤗
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@[email protected] @[email protected] Un altro punto di forza (e debolezza) del Fediverso: potendo seguire chiunque da dovunque, e avendo molti client il traduttore integrato, è facile seguire un hashtag e trovarsi a intervenire in una discussione in cui non ti poni il problema delle regole. Quante volte è capitato a me di rispondere in inglese a post tedeschi su WordPress perché seguo l’hashtag “wordpress” senza mai pormi il problema di che regole avesse l’istanza. Basta/bastava stare in tema.
@[email protected] ma questo è un non-problema. Ognuno è libero di partecipare alle discussioni nel modo in cui ha la capacità e la possibilità di farlo.
Io per esempio cerco di rispondere sempre nella lingua dell’interlocutore, Anche perché mantenere la stessa lingua all’interno di un thread semplifica le possibilità di praticare la traduzione automatica, ma potrei anche non farlo. Tanto al massimo non mi risponde nessuno o alla peggio vengo bannato 🤣
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@[email protected] @[email protected] Sarebbe l’ideale rispondere nella lingua della discussione ma se non la conosci, è opportuno prendere atto dei propri limiti e comunicare come si è in grado - il primo modo di dire che becchi, se non sai la lingua sei fregato! Tu capisci cosa ti sto dicendo con “va in mosca” ma se il traduttore automatico lo interpreta con la città russa, si potrebbero generare spiacevoli equivoci.
@[email protected] quando scrivo in una lingua straniera che non conosco (=tutte 😁) ho un mio personale algoritmo infallibile:
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@[email protected] @[email protected] Per me i modi di dire sono una sfida immensa quando si tratta di lingue; col blog in cui io e un mio amico scriviamo, abbiamo una categoria chiamata “la posta del culo” e in inglese avremmo potuto dire “the ass inbox” o mailbox ma non aveva la stessa valenza -fare il verso a “la posta del cuore”. Da lì abbiamo scoperto che chi raccoglie i problemi di tutti è “agony aunt”, da qui “the agony ass” è diventata la traduzione.
@[email protected] 🤣
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@[email protected] @[email protected] PS io in genere traduco post per post, in automatico. E a volte prima di rispondere faccio un lavoro di ricerca con Reverso Context proprio per limitare la questione “modi di dire”; e a volte mi tocca pure prendere le immagini e chattare un’ora -letteralmente- con l’AI prima di sapere per certo di non dire cavolate. Allora cerco di evitare i post in lingua diversa da inglese e quel poco francese, salvo i tedeschi di WordPress che conosco da tempo.